Cyberbullismo: più formazione e più corsi in Toscana per combatterlo
Il tema del cyberbullismo è al centro dell’attenzione delle commissioni Istruzione e Formazione e Sanità e Sicurezza sociale, che hanno ascoltato sul tema e sulle problematiche connesse il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Toscana Camilla Bianchi, il presidente del Comitato regionale per la comunicazione (Corecom) Enzo Brogi e il direttore dell’Istituto degli Innocenti Sabrina Breschi.
Ne è venuto fuori un quadro variegato, di preoccupazione per un fenomeno che si conferma aver toccato una parte rilevante degli adolescenti anche in Toscana, ma anche di esperienze pilota e interventi che hanno avuto buoni risultati, da implementare e da portare a sistema. Su questo le due commissioni regionali lavoreranno insieme nei prossimi mesi. “Abbiamo deciso di approfondire il tema e conoscere meglio gli strumenti che sono in campo per programmare interventi e strategie per la prossima legislatura – ha detto Cristina Giachi - Certamente il fenomeno del cyberbullismo è complesso, certamente il ruolo delle famiglie è fondamentale, ma anche le famiglie hanno bisogno di contenuti e strumenti educativi che non sempre sono già in loro possesso. Per questo pensiamo di lavorare insieme a una proposta di risoluzione, da portare in aula, che estenda le iniziative di formazione, che faccia arrivare il progetto del patentino digitale in tutte le scuole della Toscana, che se c’è bisogno rifinanzi la legge regionale 71/2019, che affronta il tema”.
La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza ha ricordato che, secondo i dati Istat, nel 2019 l’87 per cento dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni utilizzava liberamente il telefono cellulare, e di questi i due terzi navigavano in rete tutti i giorni. “Con la pandemia sono arrivati l’isolamento, la Dad, la perdita di socialità, il maggiore ricorso ai mezzi tecnologici e questo ha fatto impennare il disagio e i casi di cyberbullismo” ha detto Bianchi. Il 61 per cento dei giovani ha affermato di essere stato vittima di episodi di bullismo o cyberbullismo e 6 su 10 dichiarano di non sentirsi al sicuro online. Fondamentale, secondo Camilla Bianchi, il ruolo della prevenzione, che deve partire dalle famiglie “che hanno il diritto dovere di educare e non possono svolgere, come sempre più spesso accade, un ruolo decorativo”, per arrivare alla formazione nelle scuole, da fare in primo luogo agli insegnanti, e infine ai minori.
Il presidente del Corecom Enzo Brogi ha illustrato il progetto del patentino digitale, organizzato insieme all’Istituto degli Innocenti, all’Ufficio scolastico regionale e alla polizia postale. “Siamo partiti dall’esempio del ciclomotore, per guidare il quale serve conoscere le regole della strada ed effettuare una prova pratica – ha detto – e abbiamo messo in piedi un progetto sperimentale, che prevede incontri con insegnanti e genitori e poi un corso multidisciplinare per i ragazzi di 10 ore”. Il progetto ha avuto successo nelle scuole dove è stato portato. “Ora pensiamo a una formazione per formatori, da reclutare tramite bandi dell’Istituto degli Innocenti – ha aggiunto Brogi -. I formatori a loro volta opereranno per estendere l’esperienza del patentino digitale”.
Sabrina Breschi, direttore generale dell’Istituto degli Innocenti, ha ricordato che da una recente indagine sul benessere delle ragazze e dei ragazzi toscani, che ha coinvolto 12.000 adolescenti, emerge che il 27 per cento di essi è stato vittima di bullismo e il 12 per cento di cyberbullismo. “La pervasività della rete, l’uso precoce, la solitudine dei ragazzi e una conoscenza superficiale dei rischi, delle normative e dei possibili reati” sono alla base, secondo Breschi, di molti problemi. “Sul territorio c’è una grande progettualità per combattere fenomeni come il cyberbullismo – ha spiegato ancora -. Occorre mettere a sistema tutto questo e dare risposte rapide e certe ai bisogni di famiglie, scuole e ragazzi”.